Fra due pianoforti. “C’era una volta… “ quando il bagaglio tecnico dell’improvvisazione apparteneva al virtuosismo di ogni compositore-interprete, e quando – nel Settecento – i mecenati nobili si dilettavano a dar luogo a delle vere e proprie “gare” tra strumentisti. Basti pensare a quella organistica a Dresda tra J.S. Bach e Louis Marchand (ma il francese, intuendo che avrebbe perso, si assentò in carrozza prima dell’alba!); tra Haendel e Domenico Scarlatti (sia sull’organo che sul cembalo); tra Mozart e Clementi (davanti all’imperatore Giuseppe II) e a quelle vinte – senza appello – da un giovane Beethoven in almeno tre occasioni. Altri tempi, lo sappiamo, ma che contemporaneamente ci invitano a riflettere che l’arte dell’improvvisazione appartiene oggi soprattutto al “jazzista”, mentre il pianista “classico” (non più un compositore, salvo qualche rara eccezione) tende a limitarsi – semmai limite fosse – alla nota trasmessa per iscritto.
Il confronto a Solomeo tra il folignate Marco Scolastra e l’assisano Ramberto Ciammarughi, entrambi specialisti raffinati nei loro generi, è un incontro rispettoso tra amici, o come rileva giustamente lo stesso Scolastra: “Un gioco di relazioni pericolose, un dialogo tra l’apparente immobilità della pagina scritta ed il ‘rischio calcolato’ della pura invenzione, ma anche un grande divertissement. La riscrittura pianistica è concepita estemporanea- mente: ascolto e creazione avvengono nello stesso momento. Il dialogo e il gioco tra i due pianoforti apre un nuovo spazio espressivo e al tempo stesso determina anche un limite all’indefinita possibilità di creare e variare”.
Sia Scolastra che Ciammarughi si esibiscono in tutta Italia, nei maggiori paesi europei e in Estremo Oriente, collaborando l’uno con cantanti e strumentisti come Raina Kabaivanska, Vadim Brodski, Renato Bruson, Roberto Fabbriciani, Désirée Rancatore e il chansonnier Elio Pandolfi, l’altro con jazzmen come Randy Brecker, Billy Cobham, Dee Dee Bridgewater, Steve Grossman, Miroslav Vitous, Bruno Tommaso e altri ancora.
Il programma copre quasi quattro secoli di musica: brani “classici” – da Frescobaldi ad Arvo Pärt, passando per Bach (due Preludi), Haydn (una Sonata), Mozart (Rondò “Alla turca”), Beethoven (Für Elise), Chopin e Prokofiev – eseguiti “alla lettera” da Scolastra, sui quali Ciammarughi im- provvisa contemporaneamente. Dialogo e gioco insieme: un accostamento avvincente.
