Il tuo immenso specchio d’acqua mi abbaglia d’argento, il vento ti spettina, ti frammenta, ti sbatte sugli scogli, le tue maree respirano addosso alle spiagge, le tue onde altissime si infrangono con rumore, trascini con te alberi, rami, galleggianti di sughero rosso scuro, pietre, tutto viene scosso e battuto dalla tua forza.
Posso sentirti da lontano, respirare il tuo profumo che mi fa rinascere, che mi fa sentire viva e fortunata di esserti vicina. Il sole che tramonta tra il Giglio e la Corsica ti infiamma di giallo e di arancione, si fonde con te in un abbraccio appassionato. Il cielo è terso e macchiato di nuvole, poi la pioggia su di te come un muro all’orizzonte. Sei freddo e profondo, pieno di vita e di oscurità.
Non mi stanco mai di guardarti e quando ti sono lontana tremo di nostalgia e dalla voglia di rivederti. Mio adorato mare dell’Argentario….
Mio amato monte circondato dall’acqua…
Torno da te per le tue ginestre, i tuoi fiori di finocchio, i tuoi alberi di corbezzolo, le tue agavi, i tuoi alberi di ginepro, i tuoi gelsomini, i tuoi limoni carichi di zagare, gli aranci, i mandarini. Torno da te per le serate davanti al camino, per le girigliate di gamberoni, per i mojito preparati con la menta dell’orto, per le gite in canoa, per il tuo sapore selvaggio, per le tue notti illuminate dalla luna, per le lucciole che mi accolgono al mio arrivo. Torno perché non so farne a meno, perché il mio sguardo si posi su tutto il tuo orizzonte e mi inondi di vita.
E.P.
