Acqua salvifica, acqua assassina, acqua culla di vita, acqua uragano di morte, acqua chiara, torbida, carezzevole e travolgente. L’acqua è elemento creatore, nutrimento, refrigerio, potenza e bellezza. Le disgrazie, come quella del 12 novembre scorso, sono spesso da attribuirsi agli errori umani, all’incuria e alla disattenta gestione dei territori più che alla sua forza distruttrice. Vogliamo ricordare, raccontare per esprimere ancora gratitudine a quanti si sono prodigati, nel pericolo, per la comunità, anche a costo della vita, e, forse, tentare una pacificazione con quello che dei quattro elementi è il più incontenibile e vitale: Sorella Acqua.
Vorremmo commemorare insieme, con la collaborazione del Comune di Orbetello, l’anniversario dell’alluvione dando voce a tutti i suoi protagonisti. L’idea è di proporre, già dai primi di ottobre, attraverso degli incontri, un piccolo concorso letterario nelle scuole (in collaborazione con i docenti), ma aperto anche alla cittadinanza tutta, di poesie o racconti della tragica alluvione. Ogni scuola o circolo raccoglierà il “proprio” materiale e opererà la prima selezione. Con gli scritti finalisti e studiati lacerti di alta letteratura, si creerà il tessuto drammaturgico sul quale si comporrà il recital.
I primi di novembre inizierà il laboratorio (per possibili attori e musicisti) con Pamela Villoresi per la recitazione Luciano Vavolo, Nicola Innocenti, Elisabetta Sciotti per la musica.
Non tutti hanno confidenza con la poesia e la parola scritta, che rimane talvolta lontana per chi non la frequenta, come una reliquia da osservare nella teca di vetro. Mario Luzi diceva che amava osservare la vita, in tutte le sue vicende: allegre e tragiche, le circostanze e i frangenti “che rimangono imprigionate nel linguaggio come dentro un cristallo”. Ecco si tratta invece di invitare i “più inesperti” a prendere quel cristallo nelle proprie mani e vedervi riflessi i “propri” colori. La letteratura, l’arte, narrano da sempre le eterne storie dell’uomo. Questi racconti, in particolare, estraggono spine che sono rimaste conficcate nell’anima dallo scorso novembre. Gli insegnanti del laboratorio insegneranno agli allievi ad immergersi nelle parole, giocarci, esprimerle, dar loro voce, note, tempi, accompagnarle, interpretarle per farle diventare un Canto Comune.
Il percorso si concluderà il 12 sera con la messinscena dello spettacolo interpretato dai suddetti maestri e gli allievi del laboratorio.
